Siena: tra tradizioni secolari e fantasmi

Siena è una delle città più visitate della Toscana, nota soprattutto per il Palio e per la rivalità tra le sue contrade. Un luogo dal valore artistico inestimabile ricco di leggende costellate di lupi mannari, folletti e fiumi fantasma.

“Piazza Del Campo è l’unica piazza al mondo dove ti puoi sedere per terra senza che nessuno ci trovi niente di strano”, mi aveva detto un giorno una collega mentre andavamo all’università. Ripensandoci aveva ragione, ho visto veramente poca gente sedersi per un intero pomeriggio nel bel mezzo di Piazza della Signoria a Firenze per studiare o improvvisare un picnic sui sampietrini di Piazza Navona. A Siena invece, in qualsiasi periodo dell’anno e ora del giorno, ci sarà sempre qualcuno seduto in Piazza Del Campo; che siano gruppi di studenti che cercano un po’ di pace tra una lezione e l’altra o turisti armati di macchine fotografiche che provano a ritrarsi con la Torre del Mangia sullo sfondo. Nessuno di loro sembra accorgersi di star facendo qualcosa di inusuale perché quello è l’unico modo di vivere quel luogo che ha la forma di una grande conchiglia.

Piazza Del Campo a Siena
Piazza Del Campo ( Daniela Banchetti)

Siena e i suoi dintorni rappresentano la realizzazione perfetta della “Toscana da cartolina” esistente nell’immaginario dei turisti che ne rimangono incantati. La città sembra essersi fermata nel tempo, conservando tutta la sua storicità e il suo valore artistico: dalla sua piazza conosciuta in tutto il mondo, ai suoi palazzi colorati di quel marrone bruciato che tende quasi al rosso, fino al Duomo con la sua parte incompleta che lo rede uno degli edifici più suggestivi che io abbia mai visto.
È una città dall’atmosfera unica, sono pochi i luoghi in cui puoi arrivare in ritardo a lezione o ad un esame perché gli sbandieratori hanno bloccato la strada e che non importa quanto tempo ci trascorri riesce sempre a stupirti con qualche particolare. Mi ci sono voluti tre anni per accorgermi che la parte superiore di Palazzo Salimbeni era decorata  da tante piccole teste.

Il cattivo governo di Ambrogio Lorenzetti
Il cattivo governo- Ambrogio Lorenzetti (Fonte Wikipedia)

Il vero tesoro della città però è il famosissimo ciclo di affreschi di Ambrogio Lorenzetti, “L’Allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo”, dove sono illustrati gli elementi che definiscono un governo “buono” o “cattivo” e gli effetti che hanno sulla città, componendo un’opera che anche oggi risulta essere estremamente attuale.

Ma Siena non è solo un luogo aulico e romantico, il suo folklore e la sua storia sono costellati da racconti e leggende estremamente inquietanti. Tra le più conosciute la storia del Lupo Mannaro che ogni notte di luna piena si reca nel Vicolo Degli Orefici, una stretta stradina senza via d’uscita o quella del fantasma di un condannato a morte che infesta uno dei tanti giardini della città: l’Orto dei Pecci. La leggenda più famosa riguardante la città di Siena è probabilmente quella della Diana, il fiume fantasma. Durante il medioevo i senesi, convinti che sotto la città scorresse un corso d’acqua, iniziarono a scavare scoprendo una serie di cunicoli sotterranei senza mai trovare il fiume, nonostante si sentisse il mormorio dell’acqua che scorreva. Gli operai inoltre affermarono di aver avvistato alcune creature simili a folletti che causavano dei bagliori improvvisi illuminando le gallerie per poi farle ripiombare nelle tenebre.
Della Diana scrive anche Dante nella Divina Commedia (XIII canto del Purgatorio) sbeffeggiando, da bravo fiorentino, i senesi che avevano speso tempo ed energie per cercare un fiume che non esisteva.

Ogni volta che dico di aver vissuto a Siena, la prima domanda che mi viene rivolta è : “Sei mai stata al Palio?”. Il palio di Siena è l’evento che la rende famosa ma non deve essere scambiato per uno spettacolo patinato che ha il solo scopo di attirare i turisti, il palio e le sue contrade sono al centro della vita della città e coinvolge emotivamente tutti i suoi abitanti. Le dinamiche interne alle contrade possono essere incomprensibili per una persona esterna e mi hanno lasciata spesso perplessa; il palio stesso è stato al centro di numerose polemiche anche molto legittime dal mio punto di vista.
Durante i miei anni a Siena però, sono riuscita a comprendere il legame quasi sacrale che gli abitanti di questa città hanno con quella che non è una semplice corsa di cavalli ma una tradizione secolare.  

Ho vissuto a Siena per tre anni frequentando lì l’università e, nonostante nell’ultimo periodo non vedessi l’ora di andarmene, oggi mi manca molto. Durante il periodo di lockdown venne diffusa un’immagine che mi ha molto toccata, Piazza Del Campo ormai verde grazie all’erba che cresceva tra i mattoni e completamente deserta, non l’avevo mai vista così.