Sostenibilità e trasformazione digitale: il paradigma Italgas

La trasformazione digitale non è una scelta per le aziende, ma un necessario cambio di approccio verso la diffusione della cultura digitale. Scopri “Diario di volo” di Paolo Gallo, il racconto di un’esperienza di digital transformation.

Intraprendere un percorso di trasformazione digitale non è più una scelta, ma un necessario e complessivo cambio di approccio all’evoluzione del lavoro e dei processi in azienda. Non solo una trasformazione dal punto di vista dell’infrastruttura, ma soprattutto la creazione di una nuova cultura digitale. Sono questi alcuni dei temi più interessanti del libro “Diario di volo”.

Nella splendida sala conferenze della Microsoft House di Milano, Federico Ferrazza, direttore di Wired Italia, ha moderato un interessante incontro sul tema del rapporto tra sostenibilità e trasformazione digitale. Al centro dell’evento la presentazione del libro di Paolo Gallo, Amministratore Delegato di Italgas, «Diario di volo – Come guidare la trasformazione digitale tra innovazione e sostenibilità».

Protagonista indiscusso dello speech l’approccio rivoluzionario alla concetto di digital transformation, necessaria per affrontare le istanze di cambiamento culturale e strutturale in corso, su scala nazionale e internazionale e che coinvolge tutte le aziende.

Il regolamento 2021/1119/Ue, in vigore dal 29 luglio 2021, istituisce il quadro europeo sul clima e impegna gli Stati membri a ridurre le emissioni di gas serra del 55% al 2030. La cosiddetta legge europea sul clima fissa l’obiettivo della neutralità climatica dell’Ue entro il 2050 richiamando tutte le aziende e i governi europei ad allinearsi a tali obiettivi. 

In Italia il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha tra i suoi pilastri fondamentali quello di “sostenere la transizione verde e digitale”, destinando per questo l’impiego di 100 miliardi di euro per favorire le transizioni ecologica e digitale, ossia il 50% del totale dei fondi del piano. Paolo Gallo, alla guida di Italgas dal 2016, sostenitore e anticipatore di questa visione, afferma che “Il digitale è il fattore abilitante, il gas e le reti giocheranno un ruolo chiave nella decarbonizzazione”. La trasformazione digitale rappresenta quindi la precondizione alla transizione ecologica.

Paolo Gallo, Amministratore Delegato di Italgas, posa insieme al suo libro “Diario di volo”.

Il percorso che ci attende è abbastanza chiaro e il gas naturale giocherà un ruolo chiave per sostenere il processo di decarbonizzazione. Nel tempo si renderanno disponibili anche diverse tipologie di gas rinnovabili come biometano, idrogeno e metano sintetico. A questo punto, quindi, sarà l’infrastruttura del gas a diventare cruciale per gestire le diverse tipologie di gas, anche sotto forma di miscele, ma a una condizione: che sia full digital. Un network full digital è in grado di trasmettere e ricevere milioni di dati in tempo reale, eseguire ordini, essere controllato da remoto. Come Italgas abbiamo destinato oltre 2 miliardi di euro alla digitalizzazione del nostro network, il 50% dei quali già spesi, che ci condurranno entro il 2022 a essere la prima utility al mondo con un network interamente digitalizzato” – Paolo Gallo, Amministratore Delegato Italgas

Una rivoluzione copernicana alla base della transizione ecologica e digitale

Il processo di digital transformation implica un completo riassetto delle aziende in un contesto caratterizzato dall’estrema velocità di cambiamento degli asset produttivi e organizzativi non proporzionale a quella del capitale umano. L’intervento di Paolo Boccardelli, direttore della Luiss Business School ed editore del volume, mostra chiaramente come i dati sulla capacità di affrontare la trasformazione digitale in atto siano al di sotto degli standard in Italia. Secondo l’OX 2019, lo European Skill Index del 2020 e e l’indice DESI 2021, l’Italia si colloca in coda nelle classifiche per la digitalizzazione del capitale umano. Il gap risiede nello specifico nello skill match tra competenze richieste e quelle offerte, il capitale umano aziendale necessita di un “piano Marshall” da investire nelle risorse umane.

Una questione che non si può affrontare come un progetto, che come tale implica un’origine e quindi una fine, da pianificare dettagliatamente in in piano decennale. La trasformazione per sua stessa natura è ‘divenire’, e in quanto tale va compreso e guidato e riguarda tutto il modo di lavorare dell’azienda, riguarda il mindset. Un approccio che si potrebbe definire “olistico”, che pensi al soggetto e lo ricomprenda nell’ambiente ed in primo luogo nel suo ambiente, quello di lavoro. Ciò che gli stakeholder devono quindi affrontare è soprattutto il processo di costante adattamento al quale sono chiamate tutte persone che fanno l’impresa. 

Una transizione che, secondo la mental coach Nicoletta Romanazzi, implica lo spingersi oltre la zona di comfort per acquisire qualità di vita e nel farlo affrontare le paure e lo stato di iniziale estraneità. Le trasformazioni in atto sollecitano le persone a superare la cultura del “saper fare” per giungere a quella del “saper essere”, essere a proprio agio nella mutevolezza del divenire, acquisire confortevolezza nel cambiamento. 

Per tutti questi motivi, i decision maker aziendali sono chiamati a guidare e aiutare i loro collaboratori in questo spazio soggettivo ed intersoggettivo di trasformazione e di azione. Il mondo della formazione d’altro canto è orientato a formare nuovi professionisti in grado di affrontare le sfide del mutamento.

La sala conferenze della Microsoft House di Milano dove si è svolta la presentazione del libro “Diario di volo” di Paolo Gallo.

La misurazione come princìpio e verifica della sostenibilità e della trasformazione digitale

Silvia Candiani, Country Manager di Microsoft Italia, mette in evidenza come la connessione tra trasformazione digitale e sostenibilità risieda nella misurazione. Tutto l’impegno di forze e di fondi che confluiscono in questo processo devono essere verificabili e verificati e questo è reso possibile solo tramite sapiente lettura ed utilizzo dei dati in tempo reale.

Oltre ai dati canonici, gli obiettivi, come ad esempio la riduzione dell’emissione di CO2, possono essere misurabili e prevedibili in modo preciso, oggi le aziende sono approssimative e non sfruttano appieno le possibilità offerte dall’AI e dal contributo tecnico di data scientist, data architect o di data analyst come loro interpreti. Si tratta di dare serietà a questo processo di trasformazione, a tutte le unit business aziendali (produzione, organizzazione, marketing, customer care), e questo richiede la diffusione di una nuova cultura dei dati e un dialogo continuo e chiaro tra i nuovi esperti digitali e gli stakeholder aziendali.

Stiamo dunque parlando di un’economia circolare sostenibile in cui le nuove esigenze non siano solo le energie rinnovabili, si calcola infatti che entro il 2050 ci saranno 400.000 nuove assunzioni e per queste si spera che le risorse siano messe nelle condizioni di affrontare le nuove sfide digitali e ambientali.