Ceo più forte ti scriverò

Più forte ti scriverò. Le lettere dei CEO, perché è tornato di moda la forma epistolare

Quello che sta accadendo nelle aziende

C’è una nuova tendenza che quest’ultimo anno di pandemia ha portato con sé, vi starete chiedendo quale sia, ebbene, è la figura dell’amministratore delegato che si rivela essere in continua evoluzione e trasformazione. Decisamente al passo con i tempi, il CEO (chief executive officer) recentemente ha preso l’abitudine di emozionare attraverso lo scrivere il proprio pensiero con lettere per i propri dipendenti e per il mondo esterno. La forma epistolare che ci riporta a diversi anni fa, rispetto al mondo tecnologico di cui ci serviamo oggi.

La forza delle parole

Nell’epoca Covid, si è riscoperto e riapprezzato l’enorme potenziale emozionale della scrittura che di fatto, senza cadere nella retorica, mantiene inalterato il suo scopo di comunicazione efficace.

Vantaggi della comunicazione scritta

Accorciare la distanza tra l’amministratore delegato i suoi impiegati, clienti e fornitori, ormai l’hanno capito in molti, è un elemento di successo, di immagine positiva ma soprattutto un’azione proficua che si rispecchia nel bilancio di fine anno.

In un sano ambiente di lavoro le persone sono più produttive, realtà sdoganata e supportata da moltissimi casi studio.

Sia ben chiaro, non basta una lettera, l’empatia con i propri dipendenti va dimostrata con i fatti perché il 92% delle persone che stanno in azienda sono dei buoni collaboratori se ti assumi la responsabilità del loro rendimento. Se non ti occupi ora dei tuoi collaboratori, loro domani non si occuperanno di te.

La cura dei collaboratori avviene anche riconoscendo, nero su bianco i loro meriti e il valore aggiunto che apportano quotidianamente all’impresa.

Dell’effetto coinvolgente delle lettere se ne sono accorti anche le figure apicali delle aziende, primo fra tutti il datore di lavoro che, probabilmente complice l’ultimo anno, difficilissimo dal punto di vista della gestione delle risorse umane e dei ricavi o magari l’aver studiato maggiormente la psicologia del leader, ha fatto sì che ad oggi, il risultato è che sono aumentati quegli amministratori delegati che hanno indirizzato delle lettere ai loro dipendenti, clienti e fornitori.

La dimensione della lettera è intima ed inevitabilmente avvicina e suscita un maggior coinvolgimento, è una confessione che quasi disarma il destinatario.

Ad esempio, ricordare ai dipendenti e ai clienti che fanno parte di una comunità, che anche l’azienda può essere famiglia e non è forse quest’ultimo un valore primario per molti di noi? Un gesto ruffiano probabilmente quello della lettera ma che certamente non lascia indifferenti ad emozioni.

Leggiamo con estrema attenzione parola per parola. Specialmente poi se la lettera viene da un capo d’azienda, l’effetto sorpresa raddoppia, chissà, forse perché ancora figli di quella mentalità aziendale stile ragionier Ugo Fantozzi!

Chi ci ha messo la faccia

Un ottimo esempio è quello di Atlantic Technologies (https://atlantic-technologies.com/it/) che ha pubblicato sul proprio sito web, una lettera da parte del Ceo, rivolta ai dipendenti ma anche ai clienti, in cui si parla della sfida e delle difficoltà di questo ultimo periodo. Riconoscendo ed apprezzando gli enormi sforzi compiuti dei collaboratori e fornitori, rassicurando i clienti sul loro continuo impegno per dare sempre il massimo.

Diverso il caso della Navex Global (https://www.navexglobal.com/it-it/navex-global-pandemic-planning-and-response) dove, la lettera dell’amministratore delegato è destinata ai clienti della società.  L’intenzione è quella di sottolineare come l’azienda abbia preso in seria considerazione i rischi della pandemia e quindi adottato tutte le misure di sicurezza per proteggere i propri dipendenti ma al tempo stesso per non fermare il processo lavorativo.

Ancora differente, è la triste e a tratti commovente, lettera del Ceo di AirbnB, Brian Chesky dove spiega con rammarico che il Covid-19 ha causato una perdita di profitto talmente alta che, li ha costretti a molti licenziamenti, circa 1.900 persone in 24 paesi differenti sparsi in tutto il mondo.

le emozioni delle lettere

Qualunque sia il vero movente, scrivere una lettera è gesto genuino su cui vale la pena di investire anche per la fotografia esterna che si dà dell’azienda.

L’augurio è che le lettere dei CEO non si rivelino una tendenza passeggera ma piuttosto diventi sempre di più, una routine consolidata all’interno delle realtà aziendali. Che sia per edulcorare la pillola o meno, ci piace pensare che sia solo la presa di coscienza che il ringraziamento e il riconoscimento della forza lavoro, sono i pilastri su cui si basa la robusta crescita di ogni florida impresa.