“ U Pizz Munn”: la suggestiva e leggendaria perla del Gargano.

Cullato tra il blu cristallino del mar Adriatico e la naturale insenatura che ospita l’antico borgo di Vieste, si intravede il leggendario e nobile monolite del Gargano: il Pizzomunno. Che esso abbia sembianze naturali poco importa, ciò che conta pare sia quello che si nasconde al suo interno, un animo coraggioso e temerario nascosto all’interno della candida pietra calcare adagiata sulla riva della spiaggia.

Lo so, potrebbe essere che il mio nome non ti sia nuovo, ma non lasciarti ingannare dal mio aspetto, in questo involucro di roccia nascondo un animo buono.

Potremmo essere simili, io e te, amanti del mare, impavidi e coraggiosi. Resta qui ad ascoltare questa storia e aspetta che qualcosa di magico accada.

Vieste: tra mare e natura selvaggia

Nella parte più orientale del promontorio del Gargano, soprannominato lo ‘sperone d’Italia’, si erge Vieste tra l’azzurro del mare e le candide casette. Regina incontaminata del turismo pugliese per le sue dorate distese sabbiose e per la magia del borgo antico alle prime luci della notte. Una delle più antiche città della Daunia, ha delle origini incerte, la leggenda vuole che sia stata fondata direttamente da Noè, qui sbarcato e successivamente impegnato nel seppellire la moglie Vesta da cui appunto la denominazione Vieste. Altri associano la città all’antica Apenestre stando ai numerosi reperti archeologici qui scoperti.

Vieste vanta un borgo antichissimo con vicoli abbarbicati l’uno all’altro, in cui è piacevole perdersi per deliziose passeggiate, immersi nella tipicità pugliese. Bianche costruzioni ad uso abitativo, negozietti di prodotti enogastronomicibotteghe artigianali e artisti di strada. Le finestre incorniciate dal basilico, a strapiombo sul mare, donano scorci nel cielo dipinto d’azzurro.

Un luogo dal quale partire per scoprire la bellezza selvaggia del Promontorio del Gargano, con il castello e la cattedrale, costellato nei suoi dintorni di tesori naturali, come la misteriosa foresta umbra.

Il paesaggio rurale, caratterizzato da muretti a secco, pagliari, ulivi secolari e dolci colline, è il seno dal quale nasce e si sviluppa l’antica cucina del posto, fatta di sapori e tradizioni tramandati sino ai giorni nostri. Decretata meta turistica per tutte le stagioni, questa terra è stata eletta capitale del turismo pugliese. In passato fu detta “La terra sperduta” essendo la città situata più ad est di tutto il Promontorio, in posizione isolata rispetto alle altre città del Gargano.

Un luogo esclusivo per osservare scenari di incomparabile bellezza naturalistica e storica, dove assaporare il valore della vita a ritmo lento, osservando i tratti caratteristici della regione, tra la bellezza del mare e della natura, grotte e trabucchi ed uliveti antichissimi, simbolo della cultura mediterranea.

Un pezzo di mondo tutto ‘pugliese’

Questa terra rocciosa dal bianco calcare sfocia in una vegetazione ridente che si abbandona fino alle onde cristalline dell’Adriatico. Ed ecco, proprio all’ingresso della località viestana, si scorge lei, la sua perla più bella, il Pizzo Munno. Dal dialetto pugliese propriamente tradotto in ‘pezzo di mondo’. Un  mastodontico monolite di tufo bianco alto 25 metri situato all’inizio della spiaggia come se volesse proteggerla, di guardia, fiero e imponente.

 È diventato il simbolo stesso della cittadina garganica e anche di una romantica e triste leggenda. Un racconto che viene dal mare, giunto alle orecchie dei tanti viaggiatori e tramandato oralmente di generazione in generazione.

La leggenda di Cristalda e Pizzomunno

 Si narra che Pizzomunno fosse un giovane pescatore forte e molto affascinante. Di lui se ne innamorava chiunque, non solo le donne del paese ma anche le fameliche sirene.

Il cuore del giovane, però, batteva già per Cristalda, la ragazza più bella del villaggio. Non passava mai inosservata tra i vicoli profumati di origano della ‘Vieste Vecchia’. I suoi lunghi capelli biondi si illuminavano quando il sole li toccava, la sua candida pelle e i suoi occhi, colore del mare. Un sentimento contraccambiato, puro. I due si stringevano e amoreggiavano in riva al mare tutte le sere. Quando il giovane rientrava con la barca, lei era a riva ad aspettarlo. L’amore sincero tra i due suscitò l’invidia di tutte le ragazze ma soprattutto la gelosia delle sirene, e ogni qual volta Pizzomunno prendeva il largo per pescare, queste cercavano di ammaliarlo per farsi poi seguire nel profondo blu degli abissi.  Il giovane doveva fare ogni giorno i conti con le sirene, che con i loro canti gli promettevano di diventare sue serve, di donargli la vita eterna e di farlo diventare il re del loro magico regno sotttomarino.

Ma il legame che teneva insieme i due innamorati era più forte dei tranelli e dei sotterfugi delle sirene, e in qualche modo Pizzomunno riusciva sempre a rientrare a casa sano e salvo. Tanto era preso da Cristalda, che ormai era diventato cieco e indifferente al loro canto ammaliatore, alla bellezza dei loro corpi nudi, che generosamente gli mostravano tra le onde, per adularlo e provocarlo. Alle tentazioni lui rispondeva solo con una frase: ‘ Il mio amore per Cristalda è eterno, neanche la morte può spezzarlo’. Sentendosi rifiutate, le sirene decisero di punirlo. Poiché tanto grande fu l’affronto altrettanto grande sarebbe stata la sua punizione. Dopo essersi riunite, escogitarono una tremenda vendetta. Una notte, mentre i due innamorati sedevano in riva al mare com’erano soliti fare, le sirene strapparono con forza la bella fanciulla e la trascinarono con loro in fondo al mare. Invano Pizzomunno si lanciò a soccorerla. così distrutto dal dolore si pietrificò, tramutandosi nell’enorme scoglio bianco che ancora oggi si intravede alle porte di Vieste.

fonte. twitter.com

 L’improvvisa trasformazione del giovane e il pianto disperato della fanciulla colpì profondamente le sirene, che si resero conto del dolore che avevano provocato e s’impietosirono di fronte alla forza di un amore così puro e sincero.

Nonostante fossero riuscite a separarli, ogni elemento in quella spiaggia era intriso di quella forza. Dal mare alla spiaggia tutto continuava a parlare di loro. Così le sirene concessero ai due innamorati di potersi riabbracciare di nuovo, ma soltanto per una notte, ogni cento anni.

Da allora ogni cento anni, e per una notte sola: il 15 di agosto, Pizzomunno abbandona le sue sembianze pietrificate recuperando quelle umane mentre Cristalda riemerge dagli abissi, in modo da potersi riabbracciare sulla loro amata spiaggia. 

Questa romantica e struggente leggenda ha incantato i cuori dei visitatori e di tutti i turisti che si soffermano a contemplare il Pizzomunno.

Se passando per quella spiaggia il 15 di agosto pare che il Pizzomunno non sia dove dovrebbe essere, allora vuol dire che è una notte di amore e passione, quella in cui i due amanti ricongiunti si stringono, consapevoli che all’alba torneranno ad essere divisi per altri cent’anni.

Il Pizzo Munno, pezzo di mondo, cosa vuole significare? Il mondo intero che può abitare all’interno di un elemento. Il Pizzomunno è vivo, anche se è fermo lì, non vuol dire che non si muova, perché perfino le rocce vivono, crescono. È storia, è tradizione, è la vita di un borgo e di un territorio. E lo stesso vale per lui. Si dice che girandogli attorno ed esprimendo un desiderio, questo si avveri.

fonte: by me

Da Sanremo ai riflettori

La leggenda amorosa è stata portata all’attenzione sul palco del Festival di Al Festival di Sanremo in genere si parla d’amore, un tema che mette d’accordo tutti, specialmente un popolo romantico come quello italiano. Nell’edizione 2018 anche il cantautore Max Gazzè ha parlato d’amore, narrando una leggenda pugliese, in grado di evocare emozioni e puntare l’attenzione su un territorio affascinante come il Gargano. I modi per promuovere i territori sono tanti, alcuni molto fantasiosi, ma l’idea che una canzone possa giovare all’immagine di un territorio, con semplicità ed eleganza, ha sorpreso tutti. Max Gazzè ha preso spunto dalla leggenda di Cristalda e Pizzomunno, un classico del folklore garganico per parlare d’amore e di magia, incantando tutti.

Tutto ciò ha reso la piccola città di Vieste ancor più conosciuta, denominandola così la ‘città dell’amore’, concorrente garganica della nota Verona, che al posto di Romeo e Giulietta schiera i due amanti leggendari: Cristalda e Pizzomunno.

Tanto che anche Max Gazzè ha riproposto in chiave musicale la storia d’amore tra i due amanti, così come racconta la canzone:

” E così la gente lo ammira da allora 
Gigante di bianco calcare che aspetta tuttora il suo amore rapito 
E mai più tornato Ma io ti aspetterò 
Fosse anche per cent’anni aspetterò
Fosse anche per cent’anni aspetterò 
Fosse anche per cent’anni Io ti aspetterò 
Fosse anche per cent’anni 
Si dice che adesso e non sia leggenda 
In un’alba d’agosto la bella Cristalda 
Risalga dall’onda a vivere ancora 
Una storia stupenda.”

https://youtu.be/g8zIu43e_74

fonte: by me
Scalinata dell’amore, Via P. Deputato, 13, Vieste FG.

 Ma non è ancora finita qui, Vieste, grazie al ‘ Pizz Munn’ ha fatto dell’amore un vero e proprio brand, un marchio che le ha permesso di diventare ancora più attrattiva per i turisti. È stata organizzata la ‘Vieste in love’, una serie di eventi di fine estate. Inoltre Vieste ha dedicato una scalinata alla leggenda dei due amanti , decorata con le parole del brano di Gazzè, che recita così: ‘ ma io ti aspetterò, fosse anche per cent’anni ti aspetterò…’

Strumento di promozione territoriale ma anche la dimostrazione che il Gargano ha tanto da raccontare.

Un perfetto esempio di come una storia si è trasformata in un contenuto che è stato in grado di sfiorare e toccare le corde dell’anima, di come un territorio è riuscito a lavorare sulle emozioni e sui desideri.

 Su quella spiaggia, ai piedi del Pizzomunno, non rieccheggia solo la loro leggenda ma anche la storia di tutte le coppie del paesino che lì si sono scambiate il primo bacio, le notti calde a guardare la luna piena, le promesse d’amore sporcate dalla sabbia fredda, i selfie e tutte le emozioni e le mani sensibili che sfioreranno quell ‘affascinante ‘pezzo di mondo’.