L’ecosistema nazionale registra +39% nei finanziamenti nel primo semestre. Ma il confronto europeo è ancora impietoso: il paper SIOS25 chiede visione, coraggio e politiche strutturali

Nel primo semestre del 2025, l’ecosistema startup italiano ha mostrato segnali concreti di ripartenza: secondo il paper SIOS25 Summer, pubblicato da StartupItalia in occasione del decennale dello StartupItalia Open Summit, nei primi sei mesi dell’anno sono stati raccolti 353,4 milioni di euro in 99 round di investimento, con una crescita del +38,88% rispetto al 2024. Anche il numero di operazioni è salito (+13,79%), e l’equity crowdfunding è aumentato del 59,27%.
Una performance incoraggiante, che però non deve generare facili entusiasmi: la Spagna, nello stesso periodo, ha già superato il miliardo di euro investito. Il confronto resta impietoso e fotografa un’Italia che, pur muovendosi nella giusta direzione, non riesce ancora a scalare.

Dove vanno i capitali: AI, medtech e innovazione profonda
I capitali raccolti si sono concentrati principalmente su startup dei settori medtech, biotech, deeptech, HR tech e fintech, con l’intelligenza artificiale come elemento abilitante trasversale. Dai biosensori per le piante di PlantBit, agli assistenti virtuali di Spoki, fino alle soluzioni per la produttività offerte da Connected Stories e Granola, emerge una nuova generazione di imprese capaci di coniugare impatto, tecnologia e scalabilità.
Ma se i numeri crescono, le dimensioni dei round restano spesso contenute: la maggior parte si colloca tra 1 e 9 milioni di euro, con solo 11 operazioni sopra i 10 milioni. Tra le più rilevanti, i 25 milioni di CamGraphic, i 15 di Tethis e di Subbix, i 14 di Tensive, i 13,6 di Newronika.

Il limite strutturale: l’Italia non scala
Nel paper SIOS25, Paolo Barberis, fondatore di Nana Bianca, chiarisce senza giri di parole il punto debole del sistema: “Vediamo molte operazioni early stage, ma troppo poche riescono ad attrarre capitali internazionali nelle fasi successive. Questo è il sintomo di un Paese che non ha ancora interiorizzato la cultura del rischio e dell’innovazione. Formiamo talenti eccellenti, ma poi li perdiamo perché non trovano qui le condizioni per fare il passo successivo”.
Il nodo non è solo economico, ma culturale. “Non possiamo più permetterci di accumulare ritardi – avverte Barberis – ogni anno in cui si investe meno, soprattutto nei settori strategici come l’intelligenza artificiale, perdiamo terreno in modo quasi irreversibile. Serve una scossa sistemica”.
Barberis indica una via: un modello ibrido tra startup studio e acceleratore classico, in cui “non si tratta solo di selezionare e finanziare, ma di costruire, accompagnare e affiancare le startup in modo operativo”. Un paradigma che Nana Bianca sta già sperimentando a Firenze, con risultati significativi.

L’università come ponte: talento e territorio
Altro tassello fondamentale è quello accademico. Secondo Silvia Barbero, Vicerettrice del Politecnico di Torino, “l’università può e deve fungere da nodo attivo di connessione tra le varie anime dell’innovazione: startup, imprese, investitori, istituzioni”. Il Politecnico ha messo in campo l’i3P (primo incubatore universitario italiano) e l’Officina dell’Impresa, dove gli studenti progettano soluzioni imprenditoriali reali.
Barbero insiste sul potenziale dei giovani: “Hanno una sensibilità diversa: sono cresciuti con la consapevolezza che il pianeta ha bisogno di aiuto, e che l’innovazione non può prescindere da un impatto positivo. Smettiamola di dire che i giovani non sono pronti. Diamo loro fiducia, strumenti, spazio e visione”.
Questo ruolo formativo si traduce in realtà imprenditoriali come Focoos AI, nata come spin-off universitario, o come Postura Ergonomics e Lilac Centro DCA, che mostrano un’attenzione crescente al benessere umano e alla sostenibilità.
L’umanesimo digitale come visione del sistema
Il tema centrale del SIOS25 è “Umanesimo Digitale”, un concetto che non resta teorico ma ispira scelte concrete. Simone Pepino, CEO di StartupItalia, lo sintetizza così: “Il decennale dello StartupItalia Open Summit coincide con una rinnovata fiducia nell’innovazione italiana. I trend di crescita che registriamo oggi sono promettenti, ma molto resta da fare ancora. L’innovazione non è solo un tema da convegni, è la condizione stessa per il nostro futuro”.
E il futuro si costruisce “passo dopo passo”, come sottolinea il paper, ma con una traiettoria chiara e condivisa. Serve una visione industriale coraggiosa, un sistema capace di accompagnare le startup oltre l’early stage, una fiscalità amica e un capitale pubblico che investa strategicamente nei settori chiave.

Il tempo delle scelte
Il paper SIOS25 Summer non è solo un bilancio semestrale, ma un appello. L’Italia dell’innovazione sta crescendo, ma il divario con i Paesi guida è ancora profondo. Gli ingredienti ci sono: talenti, creatività, capacità tecnologica. Quello che serve ora è la convinzione collettiva di voler davvero costruire il futuro.
Perché innovare oggi significa decidere se giocare una partita da protagonisti o continuare a rincorrere. E il tempo delle scelte è adesso.