Gli effetti a scaffale dell’out-of-stock in un anno di grande complessità

Il primo trimestre 2023 ha confermato l’inversione di tendenza, registrata nel 2022, rispetto alla progressiva riduzione del tasso di out-of-stock: sono gli effetti di un anno particolarmente difficile per il largo consumo in Italia, analizzati in un webinar organizzato da GS1 Italy in collaborazione con Circana

Durante il webinar del 31 maggio organizzato da GS1 Italy in ambito ECR e con Circana (ex IRI) si sono discussi i fenomeni che hanno maggiormente impattato sul largo consumo in Italia e le conseguenze derivate a livello di servizio a scaffale nell’anno 2022-2023.

Carolina Gomez, ECR project manager di GS1 Italy ha dichiarato: «Crediamo che questo capitale di informazioni e di analisi possano aiutare le imprese del largo consumo ad analizzare con consapevolezza il contesto in cui operano, il livello di servizio offerto e la relazione con il consumatore finale, e contribuire con elementi di valore alle decisioni strategiche».

La fotografia della complessa situazione vissuta dalle aziende e fornita nel webinar “Gli effetti a scaffale dell’out-of-stock in un anno di grande complessità” ha evidenziato un tasso di crescita dei fenomeni di “out-of-stock” e di aumento delle vendite perse dal 2022 al primo trimestre del 2023. Se già nel 2022 il tasso di di out-of-stock (scaffali vuoti) era del 3,7%, nei soli primi tre mesi di quest’anno l’abbiamo visto crescere del +0,2% fino a raggiungere il 3,5%. L’aumento delle vendite perse, che nel 2022 è stato del 5,1%, sembra subire una crescita del 0,6% tra gennaio-febbraio-marzo 2023, toccando quota 4,7%.

Cosa ha determinato la crescita di questi fenomeni? Secondo le ricerche condotte da Carolina Gomez e Marco Colombo, global central operations di Circana, sono principalmente 4 i fenomeni che hanno avuto il forte impatto sul livello di servizio a scaffale:

  1. Inflazione al consumo
  2. Aumento dei costi di produzione
  3. Scarsità di materie prime e di componenti essenziali
  4. Cambiamento climatico e stagionalità estreme

Inflazione al consumo

Come un effetto domino, l’inflazione al consumo ha causato una diminuzione delle vendite: dall’inizio del 2019 alla fine del 2022 i prezzi dei prodotti industriali del largo consumo (alimentari, bevande e tabacco) hanno subito una crescita del 25%, mentre quelli medi di

alimentari confezionati e bevande nel retail sono aumentati del 16%. Questo ha comportato un guadagno del 5,7% a valore in più rispetto al 2021, e una perdita del 1,7% a volume per i supermercati e ipermercati italiani.

La riduzione della rotazione dei prodotti a scaffale si è sommata all’aumento del tasso di out-of-stock del 0,2% per i supermercati e gli ipermercati locali; del 0,3% per i supermercati più grandi. Tra i reparti maggiormente colpiti dalla crescita del fenomeno di out-of-stock il primo è quello dell’ortofrutta con un tasso di 10,5%.

Aumento dei costi di produzione

Con l’invasione dell’Ucraina siamo stati investiti da una forte crisi energetica, alimentare ed economica che ha causato l’aumento dei prezzi e di conseguenza una minore disponibilità delle materie prime. Caso simbolo della reazione generatrice dell’effetto incetta del marzo 2022: l’olio di semi e la pasta di semola, due prodotti dei quali diminuisce la disponibilità e in un solo mese vengono acquistati in quantità maggiori, accelerando il tasso di out-of-stock (10%). Nonostante il fenomeno si sia appianato nei mesi seguenti, con l’aiuto dell’inflazione aumentano le vendite perse.

Similmente accade per la pasta di semola che ha manifestato un picco di vendita più alto del 50% nella primavera del 2022; un successivo aumento dei  prezzi medi nei mesi estivi (+30%) fino a rientrare nel +20%. Dunque, anche in questo caso, aumentano in breve tempo e per un periodo limitato gli scaffali vuoti. 

Scarsità di materie prime e di componenti essenziali

Il 2022 è stato un anno che ha sofferto per la disponibilità di prodotti essenziali come l’anidride carbonica, questo ha causato forte impatto su alcuni mercati. L’acqua minerale ha subito un incremento dei prezzi significativo dovuto alla carenza di CO2, al suo aumento di prezzo e alla particolare stagione estiva vissuta l’anno scorso. 

Il tasso di out-of-stock dell’acqua minerale e gassata nel mese di agosto 2022 ha raggiunto il 27,1% (nel 2021 era del 7,5%) e le vendite perse sono aumentate del 20% rispetto all’anno precedente.

Cambiamento climatico e stagionalità estreme

Si è definita una particolare stagione estiva, quella del 2022 è stata l’estate più calda e con maggiore siccità finora vissuta. Questo però non sembra aver avuto un impatto significativo sulla vendita a scaffale, in quanto non sono presenti picchi importanti dell’out-of-stock durante i mesi più caldi.

Sono le bevande gassate ad avere avuto un maggior aumento sia per quanto riguarda il fenomeno dell’out-of-stock (5%) sia per l’incremento delle vendite perse (42%). Queste ultime, nel primo trimestre del 2023 aumentano ancora del 19%.