Gradara offre ai visitatori memorie di secoli di storia ed è soprattutto un viaggio nel tempo tra superstizioni, usanze e suggestioni dantesche.
Gradara, un gioiello fra mare e collina
Gradara, conosciuta anche come la Capitale del Medioevo, è un borgo che sorge nelle Marche al confine con l’Emilia Romagna, sulla sommità di una collina con il mare all’orizzonte.
Tra Gradara e il mare sorge il Parco Naturale del Colle San Bartolo, un’area di eccezionale valore paesaggistico e ambientale in cui ricade buona parte del territorio comunale.
Gradara si identifica con la sua Rocca e il suo borgo fortificato che rappresentano una delle strutture medievali meglio conservate delle Marche e, più in generale, della penisola italiana, ed è circondata da due antiche cinte murarie.
La posizione del borgo tra Marche ed Emilia Romagna, in passato l’ha resa un crocevia di traffici e genti e la Fortezza è stata uno dei principali teatri degli scontri tra lo Stato Pontificio e le Casate marchigiane e romagnole. Inoltre è stata contesa dalle principali famiglie dell’epoca medievale e rinascimentale: Malatesta, Sforza, Borgia, Della Rovere e Mosca che hanno lasciato nel borgo i segni del loro passaggio. Oggigiorno, grazie alla vicinanza con il mare, si trova nell’entroterra di una delle principali mete turistiche dell’Italia, la Riviera Marchigiano-Romagnola.
Il Castello di Gradara
Con il tempo, la Fortezza è diventata uno dei monumenti più visitati della Regione ed è ancora oggi teatro di eventi museali, musicali ed artistici.
Il Castello è un magnifico esempio di architettura militare che sorge su una collina a 142 metri sul livello del mare e il mastio, il torrione principale, si innalza per 30 metri, dominando l’intera vallata.
Il Castello è protetto da due antiche cinte murarie che sono intervallate da torri quadrate e sono percorse in tutto il loro perimetro da Camminamenti di Ronda. Questi permettono di ammirare la struttura delle mura, con le sue feritoie e la merlatura, oltre ad un panorama con vista mozzafiato.
Il mastio, la primitiva costruzione, fu realizzato attorno al 1150 dalla famiglia dei De Griffo, ma tra il XIII ed il XIV secolo furono i Malatesta a costruire la Fortezza e le due cinte murarie e dare a Gradara l’aspetto attuale. A metà del 1400 passò agli Sforza che governarono Gradara tra il 1445 e il 1512. Nel 1641 Gradara passò allo Stato Pontificio e iniziò una decadenza interrotta solo nel 1920, quando la famiglia Zanvettori acquistò la Rocca di Gradara, il Castello e le due cinte murarie e con un’opera di restauro li riportò al loro antico splendore.
Paolo e Francesca
«Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende.
Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense»
-Dante Alighieri, Divina Commedia
Non si possono non citare questi versi danteschi nel V Canto dell’Inferno della Divina Commedia se si parla di Gradara perchè il Castello e il borgo fecero da cornice alla storia d’amore di Paolo e Francesca. Questa è una delle più conosciute della letteratura che nel corso dei secoli ha ispirato poeti, musicisti, letterati, pittori e scultori e che continua ad affascinare migliaia di persone.
Francesca da Polenta, figlia di Guido Minore, signore di Ravenna, fu costretta a sposare il figlio di Malatesta da Verucchio, signore di Rimini, Giovanni Malatesta detto Giangiotto o “Lo zoppo” per pacificare le due casate che erano in conflitto. Per evitare il possibile rifiuto da parte della giovane Francesca, i potenti signori di Rimini e Ravenna tramarono l’inganno facendole credere di diventare moglie del fratello di Giangiotto, Paolo il Bello. I due giovani s’imbatterono nella lettura della storia d’amore di Lancillotto e Ginevra e trasportati dalla passione Paolo e Francesca non riuscirono a trattenere il loro desiderio e si scambiarono un bacio. I due vennero sorpresi da Giangiotto che li uccise.
I due sventurati amanti verranno collocati da Dante nel girone dei lussuriosi per aver ceduto alla passione amorosa e al piacere.
In altre parole, Gradara offre ai visitatori memorie di secoli di storia e mantiene intatta la sua atmosfera medievale con piccole stradine, botteghe e osterie.
Un’escursione a Gradara è soprattutto un viaggio nel tempo tra superstizioni, usanze e suggestioni dantesche.