Alberi piantati, orti solidali, fotovoltaico sociale e recupero di reti fantasma: i numeri delle campagne di Responsabilità Sociale d’Impresa di Legambiente e AzzeroCO2 raccontano un’Italia che cambia grazie alla sostenibilità condivisa

È possibile affrontare insieme le grandi sfide ambientali e sociali del nostro tempo? Se lo chiedono sempre più cittadini e imprese, chiamati a rispondere a emergenze come il cambiamento climatico, la povertà energetica, l’erosione degli ecosistemi e le crescenti disuguaglianze. La risposta, oggi, arriva da un modello evoluto di Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR) che non si limita a compensare l’impatto aziendale, ma diventa leva di trasformazione dei territori e delle comunità.
Lo dimostrano con efficacia le campagne realizzate da Legambiente e AzzeroCO2, presentate nel corso dell’evento “Connessioni Sostenibili”, tenutosi a Milano presso Avanzi Coworking. I dati parlano chiaro: oltre 280 progetti realizzati, 327 ettari di territorio rigenerati, più di 60 aziende sostenitrici e 200 soggetti coinvolti tra enti locali, cooperative e associazioni. Numeri che raccontano non solo azioni, ma relazioni, visione condivisa e impatto misurabile.
Oltre la forestazione: Mosaico Verde diventa un ecosistema
Tra le campagne simbolo, Mosaico Verde ha superato le aspettative iniziali. Nata per promuovere la forestazione urbana e periurbana, oggi è diventata un progetto a tutto tondo di tutela degli ecosistemi. Con oltre 334.000 alberi piantati in 19 regioni italiane, Mosaico Verde ha generato un impatto economico e sociale annuo superiore a 1,6 milioni di euro, contribuendo a migliorare la qualità dell’aria, mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e restituire valore a territori spesso marginalizzati.
L’iniziativa si è poi estesa anche agli ambienti marini, con interventi pilota per il recupero delle reti fantasma – oltre 5 quintali di attrezzature da pesca abbandonate rimosse nei fondali di Santo Stefano al Mare e Polignano a Mare – dimostrando che la rigenerazione ambientale può (e deve) includere tutti gli habitat.

Coltivare la biodiversità, nutrire l’inclusione
Un altro esempio virtuoso è l’Ortofrutteto Solidale Diffuso, un progetto che unisce la biodiversità agricola all’inclusione sociale. Con 50 orti e frutteti solidali già attivi e circa 3.000 alberi da frutto piantati in collaborazione con 35 cooperative sociali, l’iniziativa ha coinvolto oltre 1.000 persone in condizioni di fragilità, tra cui ex detenuti, migranti, giovani a rischio e soggetti con disabilità. Questi spazi sono diventati luoghi di riscatto, lavoro e apprendimento, dove il contatto con la terra si traduce in valore condiviso.
Energia pulita contro la povertà energetica
Non meno strategica è la campagna EnergyPOP, che affronta il tema urgente della povertà energetica con una soluzione concreta: il fotovoltaico sociale. Con 40 kW di potenza installata su edifici di edilizia residenziale pubblica a Firenze, Empoli e Catania, sono 130 le famiglie oggi raggiunte da energia pulita e solidale, con una riduzione stimata di 17 tonnellate di CO₂ l’anno. Un modello replicabile, che unisce decarbonizzazione e giustizia sociale, dimostrando che l’accesso all’energia non può essere un privilegio, ma un diritto universale.

CSR come architettura del cambiamento
Secondo il 10° Rapporto CSR dell’Osservatorio Socialis, nel 2021 le imprese italiane hanno investito in media 282.000 euro in attività di CSR, con una crescita del 17% rispetto al 2019. Ma più dei numeri, colpisce il cambio di approccio: la CSR non è più una voce accessoria o una risposta d’immagine, ma una strategia integrata di sviluppo sostenibile, che genera fiducia, alleanze e impatti sistemici.
Lo ha ribadito Sandro Scollato, AD di AzzeroCO2: «La sostenibilità non è un percorso solitario, ma un viaggio collettivo. Ogni albero piantato, ogni comunità coinvolta, nasce da una rete di collaborazioni che unisce competenze, visioni e volontà». Concetto condiviso da Stefano Ciafani, presidente di Legambiente: «I risultati raggiunti con le nostre campagne dimostrano che fare rete moltiplica l’impatto e diffonde una cultura del rispetto per l’ambiente e per le persone».
Verso un nuovo paradigma
In un’epoca segnata da crisi multiple e interdipendenti, la CSR può e deve diventare architettura del cambiamento. Le esperienze raccontate a Milano mostrano come sia possibile trasformare criticità ambientali e sociali in opportunità di innovazione e coesione. Non semplici interventi tecnici, ma azioni partecipate, radicate nei territori e capaci di rafforzare il senso di comunità.
Perché rigenerare un ecosistema, formare una persona in difficoltà, rendere accessibile l’energia a chi non può permettersela, non è beneficenza. È futuro, costruito insieme.
