Wood Architecture Prize by Klimahouse: svelati i protagonisti in finale

I vincitori del Wood Architecture Prize 2024 saranno annunciati il 1° febbraio in occasione della 19esima edizione della manifestazione in programma a Fiera Bolzano

80 progetti candidati, 7 giurati, 12 opere finaliste in 3 categorie progettuali: sono questi i numeri della seconda edizione del Wood Architecture Prize by Klimahouse, istituito da Fiera Bolzano in collaborazione con il Politecnico di Torino, lo Iuav di Venezia e PFEC Italia.

Promuovere la ricerca di processi progettuali e costruttivi incentrati sul legno che rispondano ai criteri internazionali imposti dalle pressanti sfide climatiche e di sostenibilità ambientale.
È questo l’ambizioso obiettivo del Wood Architecture Prize, il primo premio sull’architettura in legno in Italia che mira a valorizzare le molteplici potenzialità di questo materiale naturale estremamente versatile. Durante la seconda giornata della 19esima edizione di Klimahouse, che torna a Fiera Bolzano dal 31 gennaio al 3 febbraio, saranno annunciati i progetti vincitori nelle 3 categorie. 

Secondo le stime più recenti, solo in Europa gli edifici rappresentano il 40% del consumo energetico e circa un terzo delle emissioni di gas a effetto serra, contribuendo direttamente alla produzione del 33% delle emissioni globali di CO2. In questo contesto, l’edilizia in legno ricopre un ruolo di cruciale importanza per rispondere concretamente alle sfide ambientali e accelerare il processo di transizione energetica a livello nazionale e internazionale. Grazie al basso impatto ambientale, il legno e il suo utilizzo in ambito costruttivo può contribuire in maniera determinante a ridurre le emissioni di CO2 e a promuovere un settore edilizio più sostenibile nel lungo termine.

Non sorprende, quindi, che a livello globale si stiano diffondendo varie filosofie costruttive e progettuali, tutte incentrate sulla promozione dell’impiego del legno. Klimahouse 2024, sarà l‘occasione per approfondire questo tema di grande attualità e delineare lo stato del settore anche al di fuori dei confini nazionali durante l’annuale incontro che accoglierà la cerimonia di premiazione della seconda edizione del Wood Architecture Prize.

I 12 finalisti delle tre categorie – privata, pubblica e temporanea, a cui si aggiunge una menzione speciale trasversale per un progetto realizzato da progettisti under 35 – conosceranno il verdetto finale in occasione della cerimonia ufficiale di premiazione che avrà luogo giovedì 1 febbraio alle ore 15.00 presso il Klimahouse Stage.  

La manifestazione internazionale sul risanamento, la sostenibilità e l’efficienza energetica in edilizia sarà l’occasione per scoprire gli architetti di spicco che hanno plasmato progetti in legno di ultima generazione, trasformando le necessità costruttive in autentiche espressioni d’avanguardia mirate a promuovere il cambiamento green del settore. Esattamente come quelli che adesso si contenderanno in finale l’ambito Wood Architecture Prize 2024:

  • Arch. Cesare Querci, Studio Mixtura con A.I.D.I. – Accoglienza in dispensa, un padiglione per la distribuzione solidale di generi alimentari a famiglie e persone bisognose situato nel comune di Terlizzi, in Puglia. L’edificio ospita al suo interno un magazzino per lo stoccaggio dei prodotti alimentari, una cella frigorifera, un punto di distribuzione, un ufficio dedicato all’ascolto, servizi igienici e un drive-trough per la distribuzione di alimenti.
  • Arch. Marta Baretti, Arbau studio con Ampliamenti edifici terapeutici a Forte Rossarol, struttura votata alla cura delle dipendenze, ospitata nell’area monumentale di Forte Rossarol, ex zona militare, ormai abbandonata, in provincia di Venezia, in cui convivono realtà terapeutiche e di accoglienza, in concessione ad una cooperativa sociale. Nel 2013 un processo multidisciplinare che ha interessato undici edifici nati come deposito di munizioni, ha portato alla rigenerazione degli spazi e alla valorizzazione del metodo di cura, aprendo una ricerca sulla relazione tra neuroscienze e architettura. Il progetto è proseguito negli anni in funzione delle nuove esigenze, fino alle ultime realizzazioni completate nel 2021.
  • Arch. Dario Castellino, studio omonimo con Buen Retiro, una casa-rifugio nata dalla volontà del progettista di far rinascere un luogo un tempo teatro di vita contadina, adeguandolo alle mutate esigenze. È il risultato del recupero e dell’ampliamento di un antico rudere in pietra, immerso nei boschi di Roccasparvera, in provincia di Cuneo.
  • Arch. Camilla De Camilli, studio omonimo con Casa del Custode, originariamente concepita come guardiania per una fondazione senza scopo di lucro, con sede in una villa seicentesca, la struttura in seguito è stata convertita in spazio di socializzazione riabilitativa per utenti affetti da disturbi dell’alimentazione. 
  • Arch. Alberto Giobbi, OUTSTUDIO Architetture con Casa Zero, riqualificazione funzionale di un fienile della seconda metà dell’Ottocento in stato d’abbandono, situato nel comune di Ovindoli (AQ. È il primo esempio, in assoluto in Italia, di una classificazione energetica B in un edificio sito in un centro storico, mantenendo la preesistenza in pietra locale.
  • Arch. Antonio De Rossi, DAD – Politecnico di Torino e Studio Luisella Dutto con Mizoun de la Villo – Casa alpina del Welfare un piccolo edificio pubblico che ospita un progetto pedagogico sperimentale per bambini da 1 a 3 anni, l’ambulatorio medico con annessi spazi per il wellness e i trattamenti di fisioterapia, un laboratorio artigianale di pasticceria-panetteria condotto da una coppia di giovani e gli archivi comunali. Si tratta di uno degli ultimi tasselli di un progetto di infrastrutturazione del luogo – Ostana, ai piedi del Monviso, diventato recentemente simbolo dei processi di rigenerazione delle aree interne e montane – incentrato sul welfare.
  • Arch. Enrico Molteni, studio omonimo con Polo educativo inclusivo e innovativo, un edificio educativo, collocato a Parma, che riunisce due differenti programmi funzionali. L’idea pedagogica è fortemente innovativa, sia nell’integrazione tra una scuola pubblica e una privata, sia nella continuità educativa a soggetti diversi, così come nell’idea di inserire il nuovo polo all’interno di un campus universitario. Si tratta di un esempio unico in Italia, socialmente e culturalmente avanzato.
  • Arch. Lukas Tammerle, Senoner Tammerle Architetti con Rifugio Passo Santner, ristrutturazione e ampliamento del rifugio Passo Santner a 2.730 m, sul Catinaccio: un’opera che cerca, in vari modi, di essere una risposta ovvia e sicura alla sfida costruttiva in gioco, vista la particolarità del contesto paesaggistico in cui si colloca.
  • Arch. Filippo Taidelli, studio omonimo con Roberto Rocca Innovation Building, la nuova sede del corso di Laurea in Medicina e Ingegneria Biomedica di Milano, nata dalla collaborazione tra Humanitas University e il Politecnico di Milano. L’idea progettuale si configura come un “hangar della conoscenza” che, come un padiglione industriale dalle ampie campate in legno lamellare e solai in cemento a vista, sia in grado di garantire una grande flessibilità nel sviluppare nuove configurazioni spaziali.
  • Arch. Michaela Wolf, studio Bergmeisterwolf con Scissione – Casa EM, un esercizio virtuosistico su una casa privata a Tires (Bz), destinata a una committenza che gioca con la tradizione, i dettagli particolari e la materialità.
  • Arch. Federico Robbiano, studio llabb architettura con The Hermitage, uno spazio di contemplazione e di riflessione totalmente off-grid, che si staglia sulla valle selvaggia di Bobbio (PC), caratterizzato da semplicità costruttiva, minimo impatto sul territorio e utilizzo di materiali naturali facilmente reperibili localmente.
  • Arch. Jimmi Pianezzola, studio omonimo con Villa 3 (Strawbale), una piccola dimora suburbana vicino a Vicenza, ironicamente progettata sul modello di un’antica villa rinascimentale e costruita con materiali ecologici (legno, paglia, calce, argilla).

A decretare i vincitori, sarà un comitato scientifico d’eccezione presieduto dall’ Arch. Manuel Benedikter dell’omonimo Studio e composto dall’ Arch. Sandy Attia dello Studio MoDus Architects, dal Prof. Guido Callegari del Politecnico di Torino, dall’Arch. Mauro Frate dello Studio MFA Architects e Professore Iuav, dall Professor Roberto Gargiani dell’EPFL Ecole Polytechnique di Losanna, dal Prof. Paolo Simeone del Politecnico di Torino e da Luca Gibello, Direttore de Il Giornale dell’Architettura.