Chiacchiericcio osimano tra storia, cultura e… rampe: a true “Senza Testa” story

Un curioso viaggio nella storia e attraverso i luoghi più significativi della città di Osimo tra resti romani ed esposizioni di street art, tra cunicoli sotterranei e polmoni verdi: ricetta ideale da accompagnare con un pizzico di ironia

Cos’hanno in comune Pompeo Magno e Keith Haring? E un trattato bilaterale italo-jugoslavo e le tele della collezione privata di Vittorio Sgarbi? Quale potrà mai essere il nesso tra il Rosso Conero e il Giro d’Italia? E cos’è che accomuna delle statue romane senza testa a contest di skate e rollerblade? Se la prima risposta che ti solletica la mente è “assolutamente nulla, dannazione” o pensi di essere incappato nel bel mezzo di un flusso di coscienza alla James Joyce, non posso che consigliarti di venire a dare una sbirciata tra le varie curiosità che la città di Osimo ha da offrire.

Le origini e il nome

“Non ho mai visto tanta vetustas in una sola civitas” (centurione romano su Osimo)

Le fonti storiche fanno risalire al IX secolo a.C. lo stanziamento dei piceni presso il territorio osimano. L’insediamento era già noto alle popolazioni di lingua latina come “Vetus Auximum”, in altre parole “posto che in quanto a vecchiaia se la batte con Matusalemme”. Le teorie più accreditate in merito all’origine del toponimo lo accostano all’espressione greca “αὑξάνω” (ovvero “accrescere”, ad indicare le potenzialità di espansione territoriale date dalla posizione favorevole) o ad un’origine umbro-sabina con il termine “Uxima” ad identificarne caratteristiche quali altezza o elevazione.

La Auximum romana

“Si può anche perdere la testa, basta solo non giocarsi la faccia” (statue acefale su se stesse)

Nel 173 a.C., a seguito della battaglia di Sentinum, i romani strapparono ai piceni il controllo della città di Osimo contribuendo all’evoluzione urbanistica con l’innalzamento della cinta muraria cittadina. Altre evidenti tracce romane sono riscontrabili nella fontana monumentale nota come Fonte Magna e nelle caratteristiche statue acefale, oggi ubicate presso il municipio, da cui nasce l’appellativo “Senza testa” affibbiato agli osimani.

Il periodo alto medievale

Ingresso libero” (insegna del periodo alto medievale posto alle porte della città di Osimo)

L’alto medioevo è un po’ come l’adolescenza: un periodo difficile per tutti, inclusa la città di Osimo. In principio era il regno gotico, poi una liaison con l’impero bizantino, la conquista longobarda e infine la calata dei franchi e la cessione dell’Esarcato e della Pentapoli al neonato Stato della Chiesa da parte di Carlo Magno. Alcune fonti storiche fanno risalire a questo periodo, in particolare alla guerra gotica, la costruzione della rete di gallerie sotterranee che si snodano al di sotto del centro cittadino. Ad oggi le grotte costituiscono uno dei luoghi più suggestivi e misteriosi di Osimo.

https://www.osimoturismo.it/grotte-osimo/

Grotte di Palazzo Campana, fonte: Wikipedia

Il comune di Osimo: indipendenza, conflitti e annessione allo Stato Pontificio

E’ sparita” “Beh, non puoi pretendere che se ne stia lì tutto il giorno” (qualcuno su sede episcopale cittadina)

Come tutti i matrimoni, specie se “combinati” come quello tra la città di Osimo e lo Stato Pontificio, le scaramucce sono all’ordine del giorno. Nell’età dei comuni infatti i conflitti tra il papato e la città furono tanto numerosi che essa venne più volte privata della sede episcopale. Ironia della sorte: è proprio a questo periodo (XII-XIII sec.) che risale l’ampliamento da una a tre navate del Duomo intitolato a San Leopardo, primo vescovo della città.

Osimo e le signorie

C’è solo un capitano! Un capitano! C’è solo un capitano!” (qualcuno su Boccolino di Guzzone)

Nel Quattrocento Osimo è teatro di svariati tira e molla tra i signori e il soglio petrino. Lo stesso Francesco Sforza, inviato di Filippo Maria Visconti, conquistò la città nel 1433 facendone la base operativa per le operazioni di disturbo al potere papale nel territorio marchigiano. In seguito, nel 1486, fu il condottiero osimano Boccolino di Guzzone, a cui è intitolata la piazza principale, a strappare la città al controllo dello Stato Pontificio almeno fino all’anno successivo (1487) in cui Osimo ritorna sotto l’egida papale.

Dallo Stato della Chiesa al Regno d’Italia

Siamo armati fino ai denti e diretti a Castello: cosa mai può andare storto?” (soldati osimani su rivalità con Castelfidardo)

Dalla fine del 1400 Osimo rimane stabilmente sotto il controllo dello Stato della Chiesa. E’ infatti ad opera delle autorità pontificie l’istituzione del Collegio Campana presso l’omonimo palazzo situato in centro (oggi sede della biblioteca storica e del museo archeologico), celebre per aver ospitato e formato eminenze politiche del tempo quali Annibale della Genga e Francesco Castiglioni (i papi Leone XII e Pio VIII). Solo con la battaglia di Castelfidardo del 1860 e con il successivo plebiscito che la città di Osimo si svincola definitivamente dalla dominazione papale entrando a far parte del neonato Regno d’Italia.

Osimo contemporanea: dal secondo dopoguerra ad oggi

Osimo belvedere, fonte: Osimoturismo.it

Gli faremo un’offerta che non potrà rifiutare” (diplomatico jugoslavo su Trattato di Osimo)

Nel territorio osimano si svolge, nel 1944, la battaglia sul Musone dove la resistenza formata da italiani e polacchi riesce a sconfiggere l’esercito tedesco e proseguire verso il capoluogo, Ancona. Ancor più di recente, nel ’75, la città torna sotto i riflettori ospitando il Trattato di Osimo tra Italia e Jugoslavia per la spartizione del fu Territorio Libero di Trieste. E il menù di oggi? Un’insalata di Giro d’Italia (edizioni ’87, ’94, ’18) servita su uno skate park di 1500 mq (tra i più grandi in Italia) accompagnato da un calice di ottima cultura dalla tenuta di Palazzo Campana (esposizioni di opere da Rubens a Banksy e da Lotto a Keith Haring, attive in varie edizioni dal 2014 ad oggi). Provare per credere.