Amalfi: autentica bellezza

Amalfi è il cuore della Costiera e visitarla significa vivere un’esperienza ricca di emozioni.
Essendo amalfitana, ancora oggi mi stupisco ad osservare il mio paese sia nel grigiore di una giornata invernale, sia in una calda giornata primaverile dove i tramonti, con i suoi colori, la rendono un dipinto.
Con questo articolo, oltre a voler omaggiare la sua bellezza artistica e naturalistica, ho voluto raccontare l’autenticità del territorio che risiede anche nelle tradizioni, che da anni sopravvivono grazie a chi ama questo paese.

Immersa tra il verde dei monti e il blu del mare, Amalfi è il battito che alimenta un connubio di colori che pulsano di vitalità. Il suo splendore si anima di storia e tradizioni da preservare e tramandare.

Tra storia e paesaggio


Tra le tante origini del suo nome, la più cara a noi amalfitani narra che qui è sepolta la sirena Amalfi, un tempo amata da Ercole. Ma le leggende conservano sempre un fondo di verità. Non a caso, Amalfi era un tempo patria dei mari, nobile roccaforte commerciale e la più piccola, ma più prestigiosa, tra le quattro repubbliche marinare. Sebbene tale prestigio economico sia sfiorito dopo secoli di abbandono, la potenza più grande che Amalfi ancora esercita è quella che stupisce agli occhi: la sua autentica bellezza paesaggistica.
Dall’aspetto mozzafiato, Amalfi è una conchiglia che custodisce una perla di valori e sensazioni tutte da scoprire. La sua bellezza fa da cornice a un quadro che si colora dei cinque sensi: dal profumo dei limoni al sapore del mare in tavola, dal calore dell’animo mediterraneo alla riscoperta tangibile delle tradizioni del passato.

Il dualismo arte – natura

Non è inusuale associare Amalfi ai simboli architettonici che impreziosiscono questa cartolina dichiarata patrimonio dell’UNESCO: basti pensare al Duomo, che si erge padrone all’ingresso del paese e accoglie il visitatore nell’abbraccio dell’omonima Piazza, il cimitero monumentale, un tempo monastero benedettino, la Torre dello Ziro, torre saracena simbolo di difesa per il paese.
Ma i capisaldi che reggono l’azione dell’uomo sono il binomio naturalistico mare-montagna. Le spiagge dove rilassarsi al sole e assaporare l’odore di salsedine sono il bigliettino da visita da cui il turista è maggiormente attratto. Ad Amalfi la vacanza “mordi e fuggi” può trasformarsi in un’esperienza vera e propria: la sua essenza nascosta va vissuta esplorando il territorio, immergendosi nel verde delle pendici tra cui è incastonata, non limitandosi alla sola copertina.

Nella parte alta di Amalfi è possibile visitare la Valle delle Ferriere, un'area naturale protetta. È così chiamata perché al suo interno sono presenti vecchie ferriere che un tempo producevano ferro per l'antica città di Amalfi. In questa valle scorre il fiume Canneto, le cui acque erano utilizzate per la produzione della carta a mano.
Fonte: dlt viaggi

Tradizioni che diventano passioni

Nonostante Amalfi sia soprattutto una nota meta turistica, sulla cui economia ruota l’intero territorio, le attività tradizionali come la pesca, l’agricoltura e l’artigianato sono l’eredità che il paese vuole portare avanti.
I nostri giovani si adoperano nel prendersene cura, scoprendo passioni piuttosto inusuali: nel pieno caos della movida estiva, non sono pochi i bambini che, muniti di attrezzature da pesca, si incontrano sul lungomare e nei pressi del porto per concedersi qualche ora di svago diversa dal solito. 

Più indietro nel tempo, invece, scavando nella roccia, sovrapponendo pietre su pietre, i nostri abili nonni e bisnonni hanno realizzato delle opere che rappresentano un’immagine autentica del lavoro contadino. Da Positano a Vietri sul Mare, i famosi terrazzamenti di limoni fasciano e cullano la Costiera e rappresentano il frutto del sudore, della fatica e della determinazione dell’uomo che con massima attenzione ha scelto di preservare un paese tanto irresistibile quanto delicato

Un nuovo itinerario turistico

Oggi più che mai, Amalfi si impegna a lasciare un’immagine più inclusiva di sé e del suo eterogeneo patrimonio, avvicinando il visitatore a toccare con mano i suoi beni primari, dalla lavorazione della Bambagina, la nostra carta a mano, alla produzione dello Sfusato Amalfitano, il limone che viene esportato in tutto il mondo per il suo inconfondibile profumo e le sue rinomate proprietà terapeutiche.

La lavorazione della carta a mano è una tradizione piuttosto antica per la città di Amalfi. Fu appresa dagli Arabi intorno al XII secolo. La carta è ricavata da stracci di lino, cotone e canapa di colore bianco.
Fonte: Luca Lorenzelli

Chi vive da tempo dei frutti della sua terra condivide la fortuna che possiede con un turista sempre più attento e sensibile alla qualità del territorio nei suoi aspetti più naturalistici: il Lemon Tour, le escursioni nella Valle delle Ferriere o tra i vicoletti della zona sono esempi concreti di attività di promozione autentica sempre più di tendenza. 
È un compromesso che rende onore a chi ama la terra che ha visto nascere e cambiare con gli anni, a chi ama il proprio lavoro e lo mette al servizio di tutti con la speranza che non venga mai abbandonato, bensì preservato e tramandato.

Nonno Giuseppe, contadino amante della sua terra e dei suoi limoni.
Fonte: Emanuele Anastasio Photographer