Dal convegno emergono nuove prospettive sulla mobilità urbana: meno auto nuove, più comportamenti virtuosi, grazie ai dati e alle tecnologie come le “green box”

Le città italiane si muovono ancora su quattro ruote, ma tra necessità quotidiane, inefficienze strutturali e desiderio di sostenibilità, il dibattito sulla mobilità urbana è più vivo che mai. Lo dimostra l’evento promosso dal Think Tank The Urban Mobility Council, nato da un’iniziativa di Unipol per promuovere una visione sistemica e condivisa del futuro della mobilità sostenibile.
Nella cornice istituzionale di Palazzo Wedekind, esperti, accademici, rappresentanti politici e stakeholder del settore si sono confrontati sulle sfide e le opportunità che emergono dall’intreccio tra scelte individuali e analisi dei dati. Un terreno sempre più centrale per costruire politiche pubbliche efficaci.
L’Italia si muove (ancora) in auto
Secondo il sondaggio YouTrend, condotto su un campione rappresentativo dei residenti nelle 14 principali città italiane, la fotografia è chiara: il trasporto privato domina. Il 55% degli italiani si reca al lavoro o a scuola in auto, il 13% utilizza moto o scooter. Le motivazioni? Prevalgono criteri legati alla rapidità (51%), al risparmio economico (31%) e alla flessibilità (30%). Solo un italiano su sei (15%) considera prioritario l’impatto ambientale nella scelta del mezzo.
Il tempo medio speso ogni giorno negli spostamenti supera l’ora, mentre l’86% del campione dichiara di possedere almeno un’auto in famiglia. Tra chi prevede un nuovo acquisto nei prossimi 12 mesi, crescono l’interesse per l’ibrido (53%) e per l’elettrico (29%), ma persistono dubbi legati al costo elevato e all’autonomia delle batterie.
La svolta della “green box”: misurare le emissioni, premiare i comportamenti
Uno dei temi più innovativi affrontati durante il convegno riguarda il contributo della tecnologia alla misurazione delle emissioni reali. Grazie a uno studio condotto dal Politecnico di Milano in collaborazione con UnipolTech, è stato sviluppato un algoritmo certificato da Dekra e pubblicato sulla rivista Nature, capace di stimare l’impatto ambientale di ogni singolo veicolo sulla base di dati telematici (stile di guida, chilometri percorsi, velocità).
Questa tecnologia, soprannominata “green box”, permette di superare l’approccio statico delle classi Euro, premiando chi guida in modo virtuoso anche con auto più datate. Un’auto Euro 4, guidata in maniera consapevole, può inquinare meno di una Euro 6 usata male: le emissioni non dipendono solo dalla tecnologia, ma anche dal comportamento.
Come sottolineato dal prof. Sergio Savaresi, Sergio Savaresi, Direttore Dipartimento Elettronica, Informazione e Bioingegneria, Politecnico di Milano e Membro del Comitato di Indirizzo The Urban Mobility Council, si tratta di un cambiamento di paradigma: “L’attuale e- Mobility index (compatibilità funzionale ed economica del passaggio all’elettrico delle auto private) calcolato su tre città italiane, ci conferma che una transizione sostenibile verso la mobilità elettrica non potrà essere rapida, in quanto dovrà passare attraverso un cambio dei modelli di mobilità, e non semplicemente essere una sostituzione di auto a combustibile fossile. Questo lungo periodo di transizione dovrà essere accompagnato in modo graduale, attraverso la quantificazione dell’impatto ambientale di ogni vettura, a prescindere dalla classe euro, in funzione di quanto e di come viene usata. Ciò garantirebbe neutralità tecnologica evitando tagli e divieti non lineari. Questa misura dell’impatto individuale di ogni vettura può oggi essere fatta attraverso dispositivi telematici (green-box)“.

ZTL, accesso selettivo e neutralità tecnologica
Il sondaggio evidenzia anche un’opinione pubblica divisa sulle restrizioni di accesso ai centri urbani: il 48% è contrario a limitare le ZTL ai soli veicoli più nuovi, mentre il 42% è favorevole. Tuttavia, il 51% degli intervistati sarebbe disposto a installare dispositivi sulle proprie auto per monitorare le emissioni, se ciò significasse maggiori libertà di accesso. Questo apre alla possibilità di politiche più flessibili, che non penalizzino chi non può permettersi un’auto nuova, ma incentivino comportamenti virtuosi.
Dati al centro delle politiche pubbliche
Come ha sottolineato Stefano Genovese, Head of Institutional & Public Affairs, Unipol Assicurazioni e Coordinatore del The Urban Mobility Council: “Unipol, compagnia leader nell’assicurazione auto, da oltre 20 anni è anche leader nella telematica di bordo ed ha quindi accumulato una notevole esperienza nella lettura e nell’analisi dei dati della mobilità. Tali dati sono stati oggetto dello studio del Politecnico di Milano, pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica Nature. Gli esiti dello studio hanno consentito di brevettare un algoritmo e proporre, nell’ambito delle attività del Think Tank The Urban Mobility Council, un cambio di paradigma rispetto all’utilizzo delle cd. scatole nere – tecnologia nata per ricostruire le dinamiche dei sinistri – che evolvono in vere e proprie green box. Questo strumento, utile per rendere più graduali e sostenibili a livello sociale gli obiettivi della transizione ambientale, permette il monitoraggio delle emissioni sulla base dei comportamenti di guida e fornisce dati preziosi per la pianificazione e la gestione dei flussi di traffico“.
I dati raccolti dalle green box non servono solo a premiare i guidatori più attenti, ma rappresentano anche uno strumento fondamentale per la pianificazione urbana, la gestione dei flussi di traffico e la definizione delle strategie future.
Verso il Forum di Milano
Il convegno si è chiuso con un messaggio chiaro: il futuro della mobilità è condiviso, misurabile e responsabile. Non può essere disegnato solo a colpi di decreti, ma deve fondarsi su una visione sistemica capace di integrare comportamenti individuali, innovazione tecnologica e governance pubblica.
Il prossimo appuntamento del Think Tank sarà il 7 luglio 2025 alla Triennale di Milano, per un nuovo momento di confronto dedicato alla mobilità sostenibile.