Il Maggio di Accettura al tramonto

Il Maggio di Accettura: il rito che unisce

Il Maggio di Accettura: un rito arboreo di origine longobarda. Un mix di storia, tradizioni ed emozioni.

Accettura, piccolo borgo della collina materana, nato tra il VII e il IX secolo, fiancheggiato dal bosco di Montepiano e dalla foresta di Gallipoli Cognato, è a tutti gli effetti immerso nel verde della natura. Accettura è quanto più di diverso da ciò che, ad oggi, siamo soliti cercare. Un posto che prende le distanze dalle strade trafficate e dai ritmi frenetici. Accettura è una boccata d’aria fresca per la mente, un posto in cui lo scorrere del tempo sembra perdere importanza perché ciò che conta sono la compagnia, le risate, gli odori, le emozioni. Accettura è storia e tradizione che continuano ad essere vive grazie ai monumenti, alle chiese, alla gente e al Maggio di Accettura, festa popolare che non è altro che il simbolo culturale della comunità accetturese.

L'innalzamento del Maggio
L’innalzamento del Maggio
Photo credit: Salvatore Palermo

Noto anche come Il Maggio di San Giuliano, è un matrimonio tra alberi, le cui origini risalgono ai longobardi. Lo sposo è il Maggio, il cerro più bello del bosco di Montepiano, che è trainato da coppie di buoi di razza Podolica (allevati esclusivamente per la festa, in segno di devozione verso il Santo), mentre la sposa è la Cima, un agrifoglio della foresta di Gallipoli Cognato, trasportato a spalla dai cimaioli, e che è poi innestato sul Maggio. Entrambi i cortei sono accompagnati da musica popolare, vino (fatto rigorosamente in casa) e cibi locali (salsiccia, soppressata, baccalà, zeppole).

Un rito propiziatorio che vede la fusione di due aspetti: pagano e religioso. Dall’archivio di paese, infatti, si può constatare che il culto legato al Santo si manifestava già nel 1725, quando San Giuliano fu proclamato patrono del paese.

Tutto ha inizio la prima domenica dopo Pasqua, quando nel bosco di Montepiano, un gruppo della comunità, sceglie il cerro più maestoso, che sarà poi tagliato il giovedì dell’Ascensione; mentre la domenica successiva, nella foresta di Gallipoli, si sceglie la Cima.

La festa “vera e propria” si svolge, invece, dal sabato al martedì di Pentecoste: il sabato si assiste al trasporto del Maggio e di alberi “secondari”, ossia la croccia e “l scpond” utilizzati come supporto per l’innalzamento del Maggio stesso, fino alle “chiapparedd” nel bosco di Montepiano; la domenica, invece, nella Piazzetta Bronzini, avviene l’incontro tra i due alberi. Il lunedì ci si dedica alla lavorazione degli alberi in vista dell’innestamento: momento in cui la nuova generazione incontra la vecchia e impara le arcaiche tecniche di innesto. Il martedì, invece, il Santo Patrono viene portato in processione per le strade del paese ed è solo quando giunge in Largo San Vito che, sotto i Suoi occhi, il Maggio viene innalzato. In tarda serata, invece, si assiste alla scalata del Maggio. Il rito termina, ufficialmente, con il suo abbattimento che avviene nel giorno del Corpus Domini.

Il martedì di San Giuliano: la scalata del Maggio
La scalata del Maggio
Photo credit: Giuliana Labbate

Ma, esattamente, il Maggio di Accettura cos’è? È cultura, devozione, calore, allegria, unione. Il momento di rinascita di un paese che, nel resto dell’anno, è avvolto dal silenzio. È il momento in cui un paese e la sua comunità si preparano a riabbracciare i propri figli che vi fanno ritorno, perché Accettura, come tanti altri borghi, ha vissuto, e continua a vivere, il fenomeno della migrazione.

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.

Cesare Pavese

Accettura è tutto questo, ma te ne accorgi solo quando, ormai, sei lontano. Si dice che, nella vita, le cose si apprezzano solamente una volta perse. In questo caso, più che altro, non si fa riferimento ad una “perdita” ma ad una condizione simile che ha permesso di poter osservare la situazione da un punto di vista differente e che ha portato una nuova luce su aspetti dati per scontati. Una sorta di presa di coscienza di ciò che si ha sempre avuto e mai visto. Una riscoperta.