BIRMANIA: un viaggio ai confini della realtà.

Un racconto del tutto personale del viaggio in Myanmar. Un luogo magico, la cui storia stimola la riflessione.

– Cosa hai visto in Birmania?
Questa era la domanda più gettonata al ritorno dal mio viaggio.
– Sei stata in qualche bel museo?
No, in Birmania tutta l’arte che si può ammirare è intorno a te, oppure nelle maestose Pagode, piene di storia, di graffiti e ricoperte minuziosamente da foglie d’oro.
– Sei stata al mare?
Ancora una volta, negativo. In Birmania c’è solo una zona balneare, si chiama Ngapali ma per arrivarci avrei dovuto evitare di vedere molto altro.

Vabbè potevi andare in Thailandia, io ci sono stata è bellissima!       

Ho scelto il Myanmar perchè non è stato contaminato dal turismo di massa e conserva la sua autenticità. In Birmania convivono più di otto etnie con culture, religioni e tradizioni diverse: Bamar, Shan, Kare, Rakhine, Cinesi, Chin, Mon e altre piccole minoranze popolano queste magnifiche terre disseminate da erbe medicinali e pepite d’oro.
Ogni luogo ha una storia da raccontare, mentre io vi racconto una storia non adatta ai deboli di stomaco.

Era il 26 dicembre 2019, e dovevo affrontare un pomeriggio di viaggio in un pullman che mi avrebbe portata da Yangoon a Hpa An.
Appena entrati tutto bene, sedili reclinabili, spazio per le gambe, copertina, acqua e bustina per la spazzatura.
La spazzatura? Che eleganza. E no! La bustina era per sputare, ma sputare cosa?
In Birmania ho visto spesso la gente masticare, non masticano chewing gum, ma foglie di Betel con noce di Areca. Quella che che potremmo soprannominare la droghetta viene preparata in diversi modi, il composto principale è una foglia di Betel abbastanza grande da contenere calce e una noce di areca, poi ho visto aggiungerci banana, cocco fritto, liquido di tabacco, tritato di tabacco e semi di varia natura. Una cosa avevano in comune tutte le droghette, dopo essere state masticate per ore, lasciavano nella bocca ospitante denti e saliva rosso carminio e una gran necessità di sputare. Per cui, si, le bustine non erano simbolo di una estrema educazione, ma sputacchiere per gente che aveva finito di masticare.
A quanto ho capito questo rimedio naturale, poco sano, allevia il senso di fame e dona energia al masticante. Viene consumato soprattutto dai taxisti.

Se provarlo o no sta a voi, però ci sono cinque posti che dovete assolutamente vedere in Myanmar:

  1. Hpa An, io ho soggiornato all’hotel Glory ma uno vale l’altro la regola è uguale per tutti togliere le scarpe appena entrati. A Hpa An consiglio di noleggiare un TucTuc al costo di 35000 Kyat fare un giro delle grotte. Io ho preferito le cave Kaw Ka Thawng, Saddan, Yathaypyan e infine Kawgun (al tramonto).
  2.  Mawlawmyne ci si arriva con una piccola barchetta, qui potete rilassarvi con un libro e qualcosina da stuzzicare a la Veranda, noi siamo stati accompagnati gentilmente da due ragazzetti in motorino, inutile dirlo gli unici caschi visti sono quelli di banane. Dopo aver visto un gigantesco Buddha sdraiato, consiglio una cena tipica Mon al Pao Mon, dove ad accogliervi ci sarà un simpaticissimo ragazzo che vi racconterà le tradizioni legate ai piatti deliziosi che il resto della famiglia cucinerà per voi.
  3. Ocre Island è raggiungibile con un motorino, al costo di 12000 Kyat, da Mawlawmyne. Qui non incontrerete Buddha a grandezza Colosseo, ma persone con un’anima molto più grande di qualsiasi edificio. Assaporate la natura e la quiete.  Fatevi cullare dal silenzio                                                                                                   
  4.  Bagan è da vedere tutta, online è super gettonata. Aspettatevi un posto molto più turistico di quelli descritti fin ora. Nonostante l’affluenza di turisti consiglio di vedere Thabik Hmauk per il panorma e Shew San Daw al tramonto.
  5.  Mingun, affittando una barchetta dal fiume Ayeyorwondaly, al costo di 5000 Kyat, potrete vsitare tre meraviglie Il Tempio Pathotowgyi, Mingun Bell e Hsibyume Pagoda (la pagoda delle onde).

Posti del cuore ne ho tanti in Myanmar, ma vi auguro l’avventura della scoperta.

Buon Viaggio, non masticate troppo!